LEZIONI DI KIMÎÎRU IN SARTORIA

Le mie giornate iniziano con una tazza di buon latte appena munto e del caffé. Poi solitamente dopo un saluto ai Buoni Figli (disabili fisici e psichici accolti e ricoverati nel Hospital Centre secondo i principi di San Cottolengo), vado in sartoria e – mentre Nora ed Ann tagliano stoffe, imbastiscono, cuciono e rammendano i vestiti per i Buoni Figli e per i collaboratori del Chaaria Hospital Centre – io stiro i camici ed i pantaloni del personale della sala operatoria. Mentre ci dedichiamo alle nostre attività Nora ed Ann mi danno lezioni di Kimîîru, lingua locale che voglio imparare al meglio ed al più presto. Le mie due amiche sarte hanno una pazienza infinita con me, sono le mie dolci maestre. Questa mattina ad esempio mi hanno insegnato a dire “stop” e “siediti”, mi sono esercitata a ripetere queste parole alle persone che entravano in sartoria, e loro ridevano a crepapelle.

Ann

Ann (nella foto sopra con il centrimetro al collo) oltre ad essere una bravissima sarta ha anche una voce bellissima, canta spesso e balla divinamente, con un senso del ritmo che credo solo le donne africane possano avere. Sono curiosa di poter capire di che cosa parlano le canzoni in Kimîîru cantate da Ann, ma penso proprio ci vorrà ancora molto tempo prima che io possa capire intere frasi.

Nora sartoria

Nora, la giovane Nora, è riservata e piuttosto taciturna, ha un portamento molto elegante e una grazia innata.

Camice di un medico dell'Ospedale San Giovanni di Bellinzona
Camice di un medico dell’Ospedale San Giovanni di Bellinzona

Mentre stiro oltre ad imparare la lingua locale mi diverto a leggere le scritte ricamate o incollate con etichette sui camici blu e verdi dei medici. La maggior parte di questi camici proviene dall’Italia. Ma ne ho anche stirati due dell’Ospedale San Giovanni di Bellinzona. Bellinzona è il capoluogo del Ticino, il Cantone della Svizzera dal quale provengo, che sorpresa. Non me lo aspettavo. Dicono che il mondo sia piccolo, forse è davvero cosi.